NAPOLI – “La Campania è tra le regioni che hanno maggiormente investito in ricerca e innovazione. Abbiamo già avviato la programmazione dei fondi 2021/2027 che destina a queste attività oltre 600 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai fondi previsti per la digitalizzazione e per la competitività arrivando a oltre 1 miliardo di euro. Le imprese hanno bisogno di essere affiancate e orientate per cogliere a pieno queste opportunità e per questo la sinergia con i professionisti è per noi strategica”. Lo ha dichiarato Valeria Fascione, assessore Ricerca Innovazione e Start up della Regione Campania, nel corso del convegno “Gli strumenti a supporto della Ricerca e Innovazione. Istruzioni per l’uso” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi.
“A fine luglio il nostro avviso di 30 milioni dedicato alle start up ha fatto registrare oltre 870 proposte – ha aggiunto l’assessore Fascione – e abbiamo deliberato un intervento di equity per 42 milioni di euro per sostenere il capitale di rischio delle start up e siamo intervenuti sul capitale umano con 14 milioni per finanziare la componente internazionale dei dottorati innovativi e industriali del Pnrr. A breve ne seguiranno altri su agritech e settore aerospaziale”.
Secondo Gianluca Battaglia (consigliere delegato Commissione Sviluppo Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Odcec Napoli): “I business tradizionali devono essere adeguati a una rivoluzione di tempi e modalità cogliendo le tante opportunità di sovvenzionamento senza però commettere l’errore di pensare che tutto ciò che è agevolabile possa sostituire l’apporto dell’imprenditore. Dobbiamo affermare il principio dell’assoluta complementarietà tra risorse pubbliche e private.
Agendo in modo integrato si può creare valore aggiunto in termini di pil e occupazione. Il dottore commercialista è quella figura in grado di fungere da collettore per ottimizzare le risorse e investire correttamente in sviluppo e innovazione”.
Di finanza intelligente a sostegno dell’innovazione ha parlato Mario Mustilli (presidente di Sviluppo Campania): “Le nuove strutture organizzative interne alle aziende meno verticali e più sensibili alla valorizzazione dei giovani con competenze universitarie sono una sfida per il professionista a uscire dai canoni tradizionali. Va sostenuto il richiamo a strutture di intermediazione finanziarie più evolute implicando un trasferimento di nuove idee e nuovi segnali che non sono nelle disponibilità dell’imprenditore. Il Mezzogiorno segna ancora il passo sull’utilizzo dei fondi. Serve uno Stato che sia in grado di costruire un ecosistema intorno a queste strutture finanziare nuove che consentano agli investitori di essere più sereni nell’investire dalle nostre parti”.
Sui nuovi princìpi della competitività si è soffermato Luigi Nicolais (presidente del CTS Commissione Sviluppo Attività Produttive Ricerca e Innovazione Odcec Napoli): “Viviamo un momento di grande transizione. Parliamo di sostenibilità dei processi economici e produttivi sia nel pubblico che nel privato. Anche i professionisti devono essere in grado di offrire ai clienti validi suggerimenti non per la situazione odierna ma per mantenere una competitività a livello globale nel futuro. Oggi la sfida è usare la conoscenza prodotta in una economia della conoscenza dove la competizione non può essere più basata sul costo del lavoro”.
Sulla situazione campana si è soffermata Maria Cristina Gagliardi (consigliere delegato dell’Ordine partenopeo): “La nostra regione è la prima in Italia per imprenditoria giovanile, seconda per incubatori certificati e terza per numero di start up è pronta a cogliere tutte le opportunità che si presentano sul mercato per avviare il processo di innovazione tecnologica e i professionisti sono pronti a sostenerle per sfruttare al meglio gli oltre 206 ml di euro per programmi di ricerca per la digitalizzazione e nuove tecnologie volte ad alimentare la competitività e 85 milioni di euro per promuovere la ricerca nel settore dei dati e dell’IA”.
Edoardo Imperiale (Ceo del Campania Digital Innovation Hub) ha osservato che la Commissione Europea ha deciso di affidare il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle Pmi attraverso l’adozione delle tecnologie digitali avanzate, Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni, Sicurezza Informatica alla rete dei 13 European Digital Innovation Hubs (EDIH), di cui fa parte il Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta. Nel 2022 gli attacchi cyber in Italia sono aumentati del 169%; nel manifatturiero +191,7% e la spesa in cybersecurity ha raggiunto 1.590 milioni. Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza Artificiale, contro una media Ue dell’8%. Il Mezzogiorno fa meglio del resto del Paese e si allinea ai valori europei arrivando al 7,6%. La percentuale di imprese campane con almeno un livello base di digitalizzazione è ancora inferiore alla media nazionale ma è cresciuta del +13,3% nel 2022 rispetto al 2021, con un incremento molto superiore a quello italiano (9,6%). Con il nostro catalogo dei ‘servizi’ ne assicureremo circa 110 a disposizione delle imprese, proveremo ad invertire la rotta e a migliorare le performance”.
Per Ivo Allegro (AD e Managing Partner Iniziativa) “in un’epoca in cui i quattro ‘cigni neri’ (covid, inflazione, crisi Ucraina e crisi palestinese con sullo sfondo la tensione ‘paesi non allineati’ + Russia vs Occidente) di questi anni stanno esaltando la necessità dell’innovazione e quella del reshoring/riassetto delle filiere produttive il Mezzogiorno ha la sua ennesima grande occasione. La capacità di catalizzarla effettivamente dipenderà da richieste di politica industriale coerenti e selettive, dal dispiegamento di strumenti a supporto della R&D adeguati a supportare questa opportunità e dalla capacità del sistema locale di attivare finalmente una proficua collaborazione pubblico privato uscendo da modelli pure public. La Campania grazie ad un lavoro sviluppato negli ultimi 8 anni e grazie alle sue infrastrutture in questo campo ha una rilevante opportunità”.
Fabrizio Monticelli (presidente Commissione Sviluppo Attività Produttive Ricerca e Innovazione), che ha moderato il dibattito ha sostenuto che “il ruolo del commercialista è strategico nel gestire i progetti di ricerca e innovazione delle aziende.
Dobbiamo dotarci di competenze adeguate affinché possiamo essere dei mediatori riuscendo ad avere interlocuzione rapida ed efficace con tutti gli intermediari dell’innovazione”.